mario dentone
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La porta aperta
[2010]

Quando il parroco, don Enzo, in presenza dell’amico Marco Bo, mi chiese di scrivere qualcosa da dedicare alla figura di San Gottardo, in previsione delle solenni celebrazioni di maggio 2010, per onorare la plurisecolare tradizione popolare di Trigoso che ipotizza il passaggio di Gottardo pellegrino per questi sentieri, aggiunse: “Un po’ come facesti per papa Adriano quinto, Ottobono Fieschi”. Si riferiva al mio testo teatrale “Una notte da papa”, che poi, partendo da Trigoso, per due stagioni andò in scena su sagrati e piazze delle chiese della nostra riviera.

Non potevo dire no a don Enzo, e neppure a Marco, e quindi nemmeno a Trigoso, che in qualche modo per me rivano di origini di Renà è comunque radice, sentimento e meta.

Cominciai a documentarmi, facendo ricerche, grazie anche al ciottolo numero tre scritto proprio da Marco Bo dal titolo Gottardo, santo e taumaturgo, apparso nel 2001 in una edizione ancora “in proprio”, tuttavia primo tassello importante di guida. Nello stesso tempo chiesi aiuto ai partecipanti al corso di Scrittura creativa che tengo a Riva Trigoso, presso la Biblioteca Comunale, dodici persone di varia età e professione, con le quali, per parte mia, ma credo di poter affermare anche per parte loro, si è creato un bellissimo rapporto di studio, collaborazione, e anche piacere di comunicare, scambiarci esperienze, letture, così mi sorse l’idea di affidare anche a loro la possibilità di scrivere qualcosa su San Gottardo, liberamente, chi con un racconto, chi con un breve saggio biografico, chi con una vera e propria ricerca. Ecco ora il nostro ciottolo, che vuol essere anzitutto omaggio al personaggio storico Gottardo, quindi al Santo, a Trigoso e alla sua gente.

Penso di poter offrire a nome di tutti un buon lavoro, e per quanto riguarda il mio testo teatrale confermo che fin d’ora do la mia totale disponibilità all’eventuale sua rappresentazione scenica, con la speranza che rimanga un altro nuovo segno d’amore per il paese, le sue case e le sue colline, per i colori e il silenzio, per la nostra gente, e quindi per tutte quelle sensazioni che appartengono a tutti e non hanno tempo, come nei semplici ma sinceri protagonisti di queste mie e nostre pagine.

 

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